domenica 18 aprile 2010

L'affaire Leonardo





Continuano a rincorrersi le voci di una possibile rescissione del contratto che lega Leonardo al Milan. Sembra che la società sia sul punto di liquidarsi il tecnico brasiliano; e sembra, allo stesso modo, che questi sia disposto a dimettersi senza tanti complimenti. La notizia rimbalza già da qualche giorno e fino ad ora, anzichè smentire con decisione tali indiscrezioni, si è cercato di tergiversare sull'argomento. Da entrambe le parti. Il mister guarda solo all'immediato e con mille giri di parole ribadisce che il suo posto per adesso è a Milanello e poi si vedrà. Già, poi si vedrà. Ma quando? Questa attesa ricorda un po' quella che l'anno scorso si concluse con la partenza di Ancelotti. Galliani, dal canto suo, insiste nel dire che Leo ha ancora un anno di contratto. Tutte frasi che lasciano ancora spazio a dubbi e incertezze.
Di certo, a meno di clamorosi cambiamenti, Leonardo non avrà lunga vita alla guida del Milan; e questa considerazione ha contribuito a scatenare il toto-successore per la panchina rossonera. Posto che, come precisato anni fa dalla dirigenza, il Milan d'ora in poi sarà allenato solo da ex giocatori, e non da estranei all'ambiente rossonero, sembra scontato vedere, nel prossimo futuro, sulla panchina milanista la coppia Tassotti-Galli. Il primo è stato allenatore in seconda già dai tempi del 6 a 0 rifilato all'Inter nel derby e per tutta l'era Ancelotti; il secondo si è comportato molto bene negli anni di gavetta alla guida del settore giovanile. La scelta ricadrebbe sui due più per una questione di budget, che per altro, non volendo il Milan sborsare più del dovuto per assicurarsi un allenatore di grido. Eppure, secondo altre fonti, il favorito sarebbe l'indimenticato "cigno di Utrecht", ovvero Marco Van Basten, che da sempre è il pupillo della dirigenza rossonera, e che può vantare già discrete esperienze con l'Ajax e con la nazionale olandese. Da decifrare, poi, il ruolo di Maldini, che ha ripreso i contatti con la società e che, si ipotizza, rientrerà nel club a cui ha dedicato l'intera carriera probabilmente come direttore dell'area tecnica, ma il tutto naturalmente è ancora da definire.
Con i se e con i ma non si fa la storia del calcio, ma è opinione diffusa che Leonardo fosse più utile dietro a una scrivania, quando si occupava di Fondazione Milan; senza contare che il suo contributo di mediazione era stato determinante per portare a Milano Kakà, Pato e Thiago Silva, ovvero gli unici acquisti decenti messi a segno dalla dirigenza negli ultimi sei anni.
Resta però da considerare il fatto che, tutto sommato, il Milan farebbe bene a tenersi ben stretto l'attuale allenatore, per una serie di ragioni da non sottovalutare. Innanzitutto il tecnico brasiliano ha saputo gestire Ronaldinho molto meglio di Ancelotti; poi è riuscito a infondere sicurezza alla squadra in un'annata che si presentava come la peggiore dai tempi di Milan-Cavese; inoltre, sotto la sua guida, il Milan ha anche battuto il Real Madrid al Santiago Bernabeu per la prima volta nella sua storia. Certo, di batoste ce ne sono state! Eppure, se si considera l'organico messogli a disposizione (ben più carente rispetto a quello di cui avevano potuto beneficiare i suoi predecessori), non si può condannare Leonardo e addossargli le colpe di una campagna acquisti penosa: è già un successo che abbia mantenuto la squadra in corsa per il titolo fino ad ora.

Nessun commento:

Posta un commento